L’intelligenza artificiale

  • Cosè lIntelligenza Artificiale e quali sono le norme che la regolamentano

L’intelligenza artificiale (AI, Artificial intelligence) è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro.

Possiamo definire l’AI come il processo attraverso cui le macchine e i sistemi informatici simulano i processi di intelligenza umana. Le applicazioni specifiche dell’IA includono sistemi come l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la visione artificiale.

L’intelligenza artificiale fornisce ad un robot qualità di calcolo che gli permettono di compiere operazioni e “ragionamenti” complessi, fino a poco tempo fa caratteristiche esclusive del ragionamento umano, in poco tempo.

Grazie all’intelligenza artificiale è possibile (almeno questo l’obiettivo ultimo) rendere le macchine in grado di compiere azioni e “ragionamenti” complessi, imparare dagli errori, e svolgere funzioni fino ad oggi esclusive dell’intelligenza umana. Oggi in Italia e nel mondo l’intelligenza artificiale viene utilizzata in azienda e non solo, per svolgere compiti che all’uomo richiederebbero molto tempo.

  • Cosa si intende con Intelligenza Artificiale?

Intelligenza artificiale è una sezione di linguistica informatica e informatica che si occupa della formalizzazione di problemi e compiti simili a quelli eseguiti da una persona.

Al giorno d’oggi si tratta di una sotto disciplina dell’informatica che si occupa di studiare la teoria, le tecniche e le metodologie che permettono di progettare sia i sistemi hardware che quelli software in grado di elaborare delle prestazioni elettriche che simulano una pertinenza dell’intelligenza umana. Il risultato del lavoro dell’intelligenza artificiale non dev’essere difficilmente distinguibile da quello svolto da un umano con delle specifiche competenze.

  • Come funziona l’IA?

Spesso quando si parla o si scrive di intelligenza artificiale ci si riferisce a una delle componenti come l ‘apprendimento automatico. Per avere a che fare con l’AI è necessario che siano presenti sia componenti hardware sia software specializzati per la scrittura e l’addestramento degli algoritmi di apprendimento automatico.

I linguaggi di programmazione, invece, non sono sinonimo di intelligenza artificiale ma intervengono a costruire sistemi informatici e sono molto diffusi come Python, R e Java.

Questo aspetto della programmazione dell’intelligenza artificiale si concentra sull’acquisizione di dati e sulla creazione di regole per trasformare i dati in informazioni utilizzabili. Le regole, chiamate algoritmi, forniscono ai dispositivi informatici istruzioni passo dopo passo su come completare un compito specifico.

La programmazione dell’intelligenza artificiale necessita di tre abilità cognitive:

  • apprendimento,
  • ragionamento,
  • autocorrezione.

In generale, i sistemi di IA funzionano grazie al fatto che riescono a processare enormi quantità di dati. In questo modo creano correlazioni e modelli usati per fare previsioni. Questo processo consente a un chatbot di produrre scambi di informazioni realistici o a uno strumento a imparare a riconoscere le immagini.

L’intelligenza artificiale sta entrando con forza anche nella società italiana.

Lo dimostra il primo boom di apparecchi legati a questa tecnologia, sempre più diffusi nelle nostre case (soprattutto in forma di assistenti vocali domotici).

Gli esperti concordano che ne deriveranno forti ricadute socio-economiche, all’interno della quarta rivoluzione industriale ora in corso; con la promessa di rilanciare la produttività, migliorare il benessere dei lavoratori ma anche il rischio di aumentare le diseguaglianze.

Di certo, sta già cambiando il modo di lavorare e ancora maggiori impatti avrà sull’occupazione del futuro.

Questa trasformazione pone anche sfide inedite per la tutela della nostra privacy e in generale dei nostri diritti fondamentali.

Automazione dei processi produttivi e intelligenza artificiale possono annientare lavoratori e imprese oppure proiettarli nel futuro. Affinché si realizzi la seconda opzione, è necessario dotarsi di adeguate skill professionali. Ma per le aziende, la formazione sembra strategica solo a parole…

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